USTICA: RINVIATE A GIUDIZIO NOVE PERSONE

 (ANSA - ROMA, 1 SET)

 

I generali

 

Franco Ferri (S), Lamberto Bartolucci

 e Zeno Tascio

 

al termine della conferenza stampa

Rinvio a giudizio davanti alla Corte d'Assise di Roma per nove persone per la vicenda di Ustica. Queste le decisioni del giudice istruttore Rosario Priore che ha disposto il rinvio a giudizio dei generali Lamberto Bartolucci, Zeno Tascio, Corrado Melillo e Franco Ferri, accusati di attentato contro gli organi costituzionali con l'aggravante dell'alto tradimento.

Il giudice ha disposto che siano processati inoltre Francesco Pugliese, generale ex capo di Civilavia, Umberto Alloro, ex funzionario della terza sezione del Sismi, Claudio Masci, ex funzionario della prima divisione del Sismi, Pasquale Notarnicola, generale ex responsabile della sezione controspionaggio del Sismi e Bruno Bonprezzi, ex capo del secondo ufficio Sios, accusati di falsa testimonianza.

L'ordinanza sentenza del giudice Priore (5.468 pagine) prevede, tra i proscioglimenti, anche quello dell'ex vice-capo del Sismi Nicola Fiorito De Falco per il quale era stato sollecitato il rinvio a giudizio per falsa testimonianza. Deceduto successivamente alle richieste dei PM, Priore ha ordinato di non doversi procedere nei suoi confronti.

I generali Bartolucci, Ferri, Melillo e Tascio sono accusati di attentato agli organi costituzionali con l'aggravante dell'alto tradimento perché “in concorso tra loro - è scritto nel capo di imputazione - impedivano l'esercizio delle attribuzioni del governo della Repubblica, nelle parti relative alle determinazioni di politica interna ed estera concernenti il disastro aereo del Dc-9 Itavia, in quanto dopo aver omesso di riferire alle autorità politiche e a quella giudiziaria le informazioni concernenti la possibile presenza di traffico militare statunitense, la ricerca di mezzi aeronavali statunitensi a partire dal 27 giugno 1980, l'ipotesi di una esplosione coinvolgente il velivolo e i risultati delle analisi dei tracciati radar di Fiumicino/Ciampino, nonché l'emergenza di circostanze di fatto non conciliabili con la collocazione della caduta del Mig libico sulla Sila nelle ore mattutine del 18 luglio 1980, abusavano del proprio ufficio fornendo alle autorità politiche, che ne avevano fatto richiesta, informazioni errate”.

Secondo l'accusa Bartolucci, Tascio, Melillo e Ferri avrebbero abusato del proprio ufficio “escludendo il possibile coinvolgimento di altri aerei e affermando che non era stato possibile esaminare i dati del radar di Fiumicino/Ciampino perché in possesso esclusivo della magistratura anche tramite la predisposizione di informative scritte”.  

Nei confronti dei quattro generali il giudice istruttore ha dunque formulato pesanti imputazioni ritenendoli responsabili dei depistaggi e delle omissioni che per 19 anni hanno fatto da sfondo al disastro del 27 giugno 1980 del Dc-9 Itavia partito da Bologna e diretto a Palermo con 81 persone a bordo. Le accuse nei confronti degli imputati per falsa testimonianza fanno riferimento al contenuto delle dichiarazioni rese in istruttoria durante l'inchiesta e ritenute false dal giudice Priore nella parte in cui gli imputati affermavano di non essersi mai occupati della vicenda di Ustica. Nei confronti di un altro cospicuo gruppo di persone accusate, a seconda delle posizioni, di reati che vanno dal favoreggiamento personale all'abuso d'ufficio e alla soppressione di atti, dalla falsità ideologica alla calunnia alla falsa testimonianza, il giudice istruttore ha dichiarato di non doversi procedere.